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 Strumenti tradizionali

  Zampogna

Aerofono formato da un otre in pelle, in cui si accumula aria insufflata tramite un cannello o per mezzo di un mantice azionato con il braccio. Legata fortemente alla musica popolare, spesso al mondo pastorale, è uscita dall'uso nella musica colta dopo il '500.


Tamburello e tammorra

Di origine antichissima, si possono vedere nei musei statuine di sacerdotesse fenice con il tamburo a cornice in mano o nell'atto di suonarlo, era legato a culti lunari e ritenuto strumento essenzialmente femminile. E' oggi diffuso in tutto il Mediterraneo prende avvio dalla concia, con sale e allume, della pelle che per lo più è di capretto ma anche di coniglio e persino di gatto. Ancora bagnata, la pelle viene tesa su una cornice-ricavata da una stretta striscia di legno modellata a cerchio-e fissata intorno ad essa con colla e chiodi, a volte con l'aggiunta di un controcerchio di legno. Lungo la cornice, possono essere aperti degli alloggiamenti rettangolari in cui vengono inserite coppie di piattini metallici, battuti e temperati, assicurati mediante filo di ferro detti "rami", in loro assenza la Tammorra è definita muta. I costruttori usano decorare lo strumento con piccoli motivi floreali dipinti lungo la cornice o con scene di argomento cavalleresco affrescate sulla pelle. 

 Triccaballacche


Il "Tric-ballac" (derivato dal "Talabalacco" che i saraceni  usavano suonare in battaglia) o, più comunemente,  "Triccabballacca" (detto anche: "Triccabballacco", "Trunchetrù", "Trucche-trucche", "Triccabballacche", "Tricchebballacche" e Triccafallacco"), è  uno strumento misto: a percussione e a scuotimento.E' formato da 3 barre di legno (tonde, squadrate, tornite o  altrimenti lavorate), alla cui sommità sono applicati, trasversalmente,  altrettanti cilindri di legno, formando così 3 martelli.
Inferiormente, sono fissati, con chiodi o perni, all'interno  di una base scanalata, mentre superiormente sono inseriti in una  intelaiatura che ne limita le oscillazioni.
Sul lato esterno dei martelli laterali (e a volte sulla testa del centrale), sono applicati dei piattini di latta.
Il "Tric-ballac" viene usato per scandire il ritmo e si suona  facendo cozzare i martelli laterali, che sono mobili (impugnandoli al di  sotto della testa), contro il centrale, che è fisso.
Scuotendo lo strumento, in modo da far vibrare i soli piattini  di latta, si ottiene una specie di fruscio (evocante il sussurrio del  mare),
è sfruttato per creare atmosfere marine o comunque sentimentali. 
Il "Tric-ballac" viene decorato con nastri colorati, fiocchi,  lavori d'intarsio e piccole sculture.
La sua altezza varia dai circa 30 centimetri dei più piccoli,  ai quasi 2 metri dei più grandi, con l'immaginabile variazione  d'altezza e d'intensità dei suoni producibili. 
 

 Nacchere o castagnette

Usate nel ballo per scandire il tempo, con un movimento circolare del polso e della mano rivolto dall'interno verso l'esterno del corpo. Sono di legno di ulivo, limone o arancio, formate da due parti unite da uno spago, che si infila tra uno o due dita, ornate di nastri colorati.  

Scacciapensieri o marranzano

 Idiofono di legno o di metallo formato da una sbarretta su cui è fissata una linguetta, la cui vibrazione viene amplificata dalla cavità orale, mentre il fiato consente di elevarne l'intensità e di ottenere effetti particolari.

troccola

Il termine troccola identifica alcuni strumenti musicali popolari composti di una tavola di legno su cui sono installate delle "maniglie" fatte in metallo. Agitando la troccola le maniglie metalliche percuotono il corpo in legno producendo un suono caratteristico.
In un altro tipo di troccola, fatto soltanto di legno, il suono è invece ottenuto facendo ruotare una parte dello strumento con un movimento centrifugo. Grazie a questo movimento un lembo di legno batte ripetutamente su di una ruota dentata, producendo quindi il suono.
La troccola è spesso usata in processioni religiose e altri eventi della tradizione popolare dell'Italia meridionale, in particolare nei riti della Settimana Santa durante la quale è abolito l'uso delle campane.


Scetavajasse


Lo "Scetavajasse" (sceta: sveglia; vajasse:  serve, popolane di facili costumi, isteriche, rissose, maldicenti e, nei significati peggiori, rabbiose e violente, maliarde e  fattucchiere) rappresenta, nell'ambito degli strumenti folkloristici  napoletani, uno stimolatore degli istinti primordiali e animaleschi, una spinta  verso
 atmosfere orgiastiche e, al limite, lo spirito demoniaco del male. 
Quest'interpretazione viene rafforzata dall'usuale frase  popolana: "dare nu scetavajasse" (dare un manrovescio, un forte  ceffone), nella quale è esplicita la volontà di fare male, procurare  dolore.
 Nella sua forma  tradizionale, lo "scetavajasse" è composto da due bastoni di 20 legno:uno liscio, generalmente arrotondato, si  impugna con la mano sinistra ad una estremità, poggiandone l'altra sulla spalla o sul petto;  l'altro, dentellato (tipo onde marine  più o meno accentuate o a denti di sega) su circa 2/3 della lunghezza,  generalmente a forma squadrata, si impugna con la mano destra (come se fosse  un'archetto di violino) e si sfrega con forza sul primo. Il bastone dentellato ha dei piattini di latta fissati  superiormente. Usato da solo (nelle melodie di ispirazione marinara), si  ottenevano, con lo scuotimento dei piattini, atmosfere  suggestive evocanti le  onde del mare. Entrambi i bastoni sono ornati con vivaci nastrini colorati e,  a volte, con lavori d'intarsio e piccole sculture. In passato vi era un altro tipo di scetavajasse, costituito da  canne di bambù: quella ondulata, o dentellata, si infilava   all'interno dell'altra. Evidentemente la  fragilità intrinseca dello 'strumento' ha condotto alla sua scomparsa. Veniva chiamato "pandola" (antico nome della "Mandola", strumento a plettro), con schietto senso umoristico popolare o, forse, per una lontana reminiscenza di somiglianza  timbrica dei suoni prodotti.


caccavella o putipù

Uno dei più originali strumenti creati dall'inventiva  folkloristica, meridionale in generale e napoletana in modo particolare, la "Caccavella", che per onomatopèa, assume  nei popolani il nome di "Putipù".Questo strumento, è considerato un  tamburo a frizione e viene detto anche "Pernacchiatore", "Puti-puti", "Pignato", "Cute-cute", "Cupellone", = "Pan-bomba"( di origini spagnole), e "Cupa-cupa"( specie  in Puglia). La "Caccavella" (o "Putipù")è costituita da: una cassa acustica;  una membrana di pelle o di tela grossa;  una canna di bambù. La cassa acustica, ornata sul  bordo con nastrini colorati, poteva essere:un tegame di terraglia, come nella "caccavella"  e nel "pan-bomba" (la terraglia è una creta di superiore  qualità che viene usata nel meridione d'Italia per la  costruzione di vasi, piatti e pentole);  un mastello di legno (piccolo nel "putipù", di  maggiori dimensioni nel "cupellone");  un cilindro di latta (spesso tratto dai grossi  barattoli di pomodoro).  In mancanza di pelli animali, la membrana  di pelle (che era generalmente di pecora, capra  o coniglio, più raramente d'asino o di ruminanti  quali il vitello) veniva sostituita con una di tela grossa. L'estremità inferiore della canna di  bambù (alla cui sommità veniva legato un fiocco o altro abbellimento) veniva inserita in un foro praticato al  centro della membrana; si legavano strettamente le due cose e  si fissava il tutto sul bordo superiore della cassa  acustica.  


Djembè

 Tamburo caratteristico dell'Africa centrale, dalle profonde sonorità, con o senza battenti. Una membrana naturale e robusta è tesa su un tronco cavo da corde che riprendono i colori della bandiera del paese d'origine.


chitarra battente

 La chitarra battente è uno strumento musicale d’origine colta adottato in Calabria e qui modificato ed adattato nell'ambiente contadino, ha forma allungata, simile alle chitarre barocche, e pare che il suo "corpo" disegni un otto, con la tavola armonica e la tastiera che sono poste sullo stesso piano. La tavola armonica ha una "spezzatura" sulla quale si va a collocare un ponticello molto basso che tiene il telo delle corde vicino alla tavola stessa, il fondo è bombato e le fasce sono spesso molto alte, al centro della buca si trova una rosetta cilindrica, a scopo decorativo, di diversi materiali secondo la perizia e del gusto del costruttore, spesso di forma cilindrica che poi risale verso l'altezza della tavola armonica per terminare in un fiorellino, in molti strumenti dai tratti più certamente popolari ci sono, sui bordi delle fasce, le "orecchie", tre forellini realizzati per fare da base di tiranti che mettessero in forma le fasce laddove non vi era la disponibilità di una forma o la capacità di costruirla.La diffusione è di fatto limitata alla provincia di Cosenza e, in parte, a quella di Catanzaro. In quest'ultima si trova con maggiore frequenza uno strumento derivato dalla battente, armato di quattro corde e di uno "scordino", che è una corda fissata ad un "piruozzulu" che spunta a metà della tastiera nel VII tasto, lo strumento si presenta frequentemente a fondo piatto.


Organetto

 Strumento ad ance libere sul tipo della fisarmonica, in genere diatonico anche se ne esistono di più evoluti cromatici. La tastiera è costituita da bottoni, e ad ogni tasto può corrispondere una nota diversa a senconda se il mantice è in apertura o in chiusura. Per quanto riguarda i bassi, i tpi più semplici possono averne due (impiegati in genere per i salterelli) o quattro, otto, sedici.


Fisarmonica

 La Fisarmonica, (dal greco fissò + armonikòs, φυσώ + αρμονικός, soffio + armonico) in francese "accordéon", (a +còrdion, α + χόρδιον, ossia senza corda), è uno strumento musicale aerofono con mantice ad ancia libera; è stata per lunghi anni, e in alcune zone lo è ancora, uno strumento folcloristico legato alla tradizione della danza popolare.

Il primo brevetto di un accordion, termine oggi usato in molte lingue (pur con varianti grafiche) per indicare la fisarmonica, fu depositato il 6 maggio del 1829 a Vienna dal costruttore di organi e pianoforti Cyrill Demian e dai suoi figli Carl e Guido.

Le evoluzioni tecniche e costruttive dello strumento hanno sempre più perfezionato il suo timbro e la sua intonazione, favorendo la presenza dello strumento anche in ambiti musicali più colti.

La Fisarmonica è dotata di due tastiere o manuali, il manuale di destra può essere con tastiera pianoforte o con bottoni, mentre il manuale di sinistra è a bottoni; è tipicamente costituita da due file di bottoni per il Basso (chiamate, rispettivamente, dei "Bassi" e dei "Contrabbassi") dove ad ogni bottone corrisponde una singola nota Basso e tali note sono disposte per ordine di quinta; seguono altre tre o quattro file di bottoni tipicamente relative all'Armonia; 1ª fila Accordo Maggiore, 2ª fila Accordo Minore, 3ª fila Accordo di Settima, 4ª fila Accordo di Settima Diminuita. Queste file dell'Armonia possono avere funzioni diverse a seconda del tipo strumento, ma in generale prevalgono due filosofie: quella dei "Bassi Standard" e quella dei "Bassi Converter".